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invisibili > Progetti 2005
Parrocchia Maria Regina     Pesaro

Concorso nuovo complesso parrocchiale 2005

Relazione tecnica di progettto

Premessa
Un luogo, ogni luogo possiede una propria “identità”, e possiede nella vita sociale degli uomini che la vivono una sua specifica realtà interiore edificata e riconosciuta dalla comunità che la vive e le appartiene ad ogni diritto e va rispettata. Per cui anche il complesso parrocchiale di S. Maria Regina, ha una sua peculiarità che vogliamo sia mantenuta e rispettata, anzi deve attraverso un nuovo progetto essere ulteriormente valorizzata ed esaltata verso un accrescimento religioso, storico e culturale più accentuato. Per coglierne l’essenza di ogni luogo, scevro da ogni schema precostituito e giudizio di parte, bisogna esserci fisicamente ad ogni parte del giorno e addentrarci nel mistero che si avverte, dalle sensazioni, dagli incontri e da ciò che la realtà costruita testimonia e rimanda all’osservatore, che non diventa più tale ma viene coinvolto nell’identità del luogo.

Il quartiere di Borgo S. Maria è caratterizzato dalla ricostruzione avvenuta nel primo dopo guerra, la cui centralità è occupata dalla chiesa parrocchiale della fine degli anni cinquanta. Il progetto persegue l’obiettivo di rafforzare questo segno “organico”, incorporando la nuova chiesa all’interno del complesso parrocchiale preesistente, del quale conserva pressoché intatta la leggibilità storica. La scelta, sotto il profilo urbano è pertanto quella di rafforzare il nucleo centrale emergente del quartiere, crescendone la dimensione e alla complessità, anche simbolica, senza soverchiare la leggibilità originaria. Sotto il profilo architettonico questa impostazione di “accrescimento organico” delle preesistenze, si traduce in una precisa scelta di sobrietà ed omogeneità di segni, forme e materiali da utilizzare per la costruzione della nuova chiesa.

Lo spazio ecclesiale, la chiesa in cammino. La nuova chiesa è posta la centro del nucleo costruito come a prefigurare per chi lo ha progettato inizialmente un futuro accrescimento organico. Una chiesa che emerge rispetto gli altri corpi di fabbrica e che caratterizza tutto il quartiere come punto focale. La chiesa originaria mantiene in parte le sue funzioni per cui è stata realizzata e rimane sulla strada un punto visivo duraturo, anzi consolida la sua priorità con un adeguato sagrato allargato alla via laterale che segni uno spazio pedonale e di ingresso alla chiesa e permetta ai fedeli di sostare all’ingresso prima e dopo la funzione liturgica. La chiesa originaria viste le sue ridotte dimensioni mantiene la sua funzione di cappella feriale e diventa un prolungamento in casi particolari di affluenza alla liturgia un ulteriore luogo per l’assemblea come il periodo natalizio, la settimana santa e quello pasquale. L’aula della nuova chiesa è disposta secondo le direttive liturgiche e spaziali richieste dalla CEI, non volendo intaccare l’area verde sul retro della chiesa che mantiene così ancora la sua assialità e centralità di percorsi. Una parte della vecchia chiesa viene demolita e riguarda il presbiterio, per dare continuità spaziale funzionale con la nuova, questo luogo ora diventa spazio di collegamento con la nuova chiesa con spazi destinati alla penitenzieria e il fonte battesimale e con scala si accede alla cantoria dove è possibile posizionare un organo a canne. La nuova chiesa è stata impostata sulla base di scelte di semplicità e di funzionalità dell’organismo architettonico, di immediata leggibilità dei suoi contenuti formali e simbolici, di continuità ed organicità con le preesistenze; a tal fine si è ritenuto di adottare un impianto basilicale, sistemazione che meglio esprime, a nostro giudizio, “l’immagine dell’assemblea riunita” e che nello stesso tempo, con la chiara articolazione delle sue parti, consente di “esprimere la struttura gerarchica e la diversità dei compiti” del celebrante, diaconi, comunità dei fedeli. La chiesa è in cammino e a nuove esigenze si dilata, si organizza, per continuare ad accogliere gli uomini, nella continuità anche spaziala della vecchia chiesa che nulla vada perso, simbolicamente si recupera parte della vecchia chiesa e si gerarchizza a comporre un nuovo organismo sia ecclesiale che parrocchiale, definendone gli spazi i percorsi e le destinazioni necessarie e richieste dalla comunità parrocchiale.

La chiesa è a pianta quadrata di lato m 15, su dodici pilastri binati circolari rivestiti in laterizio. La copertura a padiglione è alta m 14, nel vertice della piramide. La struttura di copertura è formata da due capriate poste sulla diagonale del quadrato, realizzata in legno e acciaio, nella forma è molto alleggerita. Tutto il tamburo è ritmato da finestre strette e alte a tagliare la luce, come nelle cupole delle chiese bizantine. La scansione di questa serialità di aperture crea un anello di luce in quanto è incanalata a dare un segno del trascendente, che non è materia è semplicemente luce, che piove rigorosamente dall’alto e invade l’assemblea. La composizione di questi segni crea un luogo ecclesiale quieto, lontano da ogni forzatura scenica o architettonica, nel quale risulta gradevole rimanere riuniti in comunità in uno spazio che, per sobrietà e semplicità di struttura comunicativa, favorisce il raccoglimento, il sereno incontro nella spiritualità, fra Dio e gli uomini. Il presbiterio si pone come centro visivo dell’assemblea, dove l’altare è il punto cardine del rito liturgico, l’ambone ha un suo decoro e luogo dove la parola è proclamata e la sede del celebrante ben visibile, a scandire i vari momenti della liturgia eucaristica. Nel lato sinistro del presbiterio trova spazio il coro e la sede dei lettori della Parola. Nella parete sopra il presbiterio trova collocazione la pala di altare, imitazione di un dipinto che segni la dedicazione della chiesa a S. Maria Regina, si suggerisce di Giovanni Bellini la Pala della “Incoronazione di Maria”, presente nel museo civico di Pesaro, come segno dell’arte nella diocesi e la testimonianza dei santi vissuti a Pesaro S. Terenzio, S.ta Michelina.

La scelta progettuale di inserire l’attuale chiesa come naturale prolungamento della antica chiesa, crea delle scelte in sintonia con la tradizione della parrocchia e per nulla artificiose. Infatti l’antica chiesa è destinata a in parte a cappella feriale, in parte è luogo del rito del battesimo e della penitenzieria e infine l’ultima parte è il collegamento e prolungamento con la nuova chiesa. La cappella feriale con la custodia del santissimo sacramento, è luogo di adorazione attraverso l’apertura delle vetrate laterali fino a quasi a terra con vetrate istoriate recanti immagini sacre e simboliche, il soffitto viene ribassato e voltato a botte con controsoffitto in cartongesso e con parti a lunette per prendere luce dalle finestre superiori, realizzate sempre con immagini simboliche e sacre. La fascia di trabeazione segna tutto lo spazio rettangolare della cappella, nella parte superiore imposta la volta, mentre al di sotto corre tangente agli archi esistenti delle nicchie cieche. Un luogo simbolico a creare un ambiente piacevole, raccolto e di riflessione. La versatilità della cappella feriale si concilia pure con esigenze molteplici, come quella di avere un ulteriore spazio assembleare per momenti caratterizzanti la liturgia cristiana (Natale, Quaresima, Pasqua) ed assistere alla liturgia attraverso la porta scorrevole in cristallo.

Il rito del Battesimo è stato pensato in un luogo appropriato e significativo, con un arredo fisso e visibile anche dall’aula, piuttosto che relegato spesso in un angolo della chiesa con difficoltà di partecipazione da parte dell’assemblea oppure con arredi posticci e insignificanti artisticamente. L’aula feriale è direttamente collegata al fonte battesimale con una parete scorrevole e l’assemblea può facilmente assistere al rito. La penitenzieria prevede due ambienti ampi e ben illuminati, con delle vetrate istoriate quasi fino a terra e situato nei pressi del fonte battesimale proprio per ricordarci che la riconciliazione ci rende nuovi, bisognosi di lavarci dal peccato e nel battesimo ricevuto, uomini nuovi e risplendere nella luce di Cristo Risorto. Nel punto di collegamento con la chiesa attuale trovano spazio una scala a chiocciola che conduce al piano superiore dove è possibile collocare un organo a canne. Altro aspetto di ampliamento della scelta progettuale iniziale, è l’acceso alla chiesa. Sono quatto gli accesi, come i punti cardinali, e sono posti attorno alla chiesa a sottolineare l’ospitalità di ogni uomo che proviene da ogni luogo, e nel formare tutti insieme un unico popolo sotto l’azione dell’unico spirito. Possiamo gerarchizzare le entrate alla chiesa attuale attraverso le funzioni che assolvono, con ingresso quello posto sul lato a sinistra della chiesa antica, e funge per tutte le liturgie che richiedono un ingresso principale; quello di destra è di accesso dagli spazi parrocchiali; invece quelli posti nei pressi del presbiterio della chiesa attuale, fungono quello di sinistra a collegarsi al salone, alle aule di pastorale e al parco, mentre quello di destra infine assolve a funzioni per il disabile dove è sistemato il parcheggio esclusivo e i servizi per ogni fruitore.

Intrapresa questa scelta progettuale l’organizzazione del complesso parrocchiale si sviluppa destinando l’edificio su via della Resistenza, allungato di metri cinque verso via Lancisi, al piano terrra un accesso che disimpegna alla sacrestia, all’ufficio parrocchiale e alla segreteria e ai servizi igienici per ogni utente e per i disabili, con parcheggio esterno su via della Resistenza. L’ala opposta del piano è destinata ad uno spazio di attesa, che disimpegna alla chiesa, con vani per l’archivio e il ripostiglio, e agli uffici del Parroco e del vice Parroco. Mentre al piano primo, si accede in maniera indipendente da via della Resistenza, il piano è destinato da un lato alla casa Canonica per il parroco e il vice parroco, e nel lato opposto, ad un primo appartamento per l’accoglienza. Il lato sinistro della chiesa, su via del Progresso, è ampiamente destinato a tutte le attività di ministero pastorali. Via del Progresso è completamente pedonalizzata, collegandosi al sagrato antistante la chiesa antica. L’edificio già esistente con ingresso indipendente, destina al piano primo gli altri due appartamenti per l’accoglienza.

Come indicato dalla documentazione fornita, la parrocchia avrà un incremento di popolazione di almeno cinque mila abitanti, per cui è opportuno prevedere spaziosi spazi collettivi. Le varie attività parrocchiali sono svolte in un unico edificio e sono distribuite attraverso un atrio con doppio accesso, da via del Progresso e dal parco, che disimpegna (nell’edificio da ristrutturare) al piano terra verso due aule e ai servizi igienici, (per gli utenti e per i necessari interventi di pulizia) e al salone che svolge molteplici funzioni. La posizione del salone (edificio da realizzare) all’interno dell’organismo parrocchiale, oltre che a svolgere le normali funzioni per le attività pastorali è direttamente fruibile dal parco nel periodo estivo; tramite il portico è collegato alla chiesa e può essere utilizzato per particolari funzioni liturgiche; per la cittadinanza può essere fruito per attività culturali e sociali. Nel nuovo edificio si accede al piano primo tramite la rampa e un ascensore, abbiamo le cinque aule con diversa superficie, e i relativi servizi. Al pianerottolo si accede al vano ripostiglio con funzioni di cucina, deposito e altri spazi di ripostiglio sempre necessari. Al piano terra dall’esterno si accede al vano centrale termica che concentra qui il suo impianto per tutto il nuovo complesso parrocchiale.

L’area esterna di progetto mantiene quasi integra la sua superficie, una vera area verde per il complesso parrocchiale, e attraverso la sistemazione del campo polivalente, i gradoni realizzati con materiali naturali di tufo e legno (per le sedute) sono sagomati sul il terreno, e gran parte della pendenza esistente viene annullata per formare una unica quoto di piano over accedere direttamente al complesso parrocchiale.

Galleria Progetto
 
 
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